Perché il Superbonus 110% mi piace sempre meno

Paolo Querini
4 min readNov 21, 2020

Ne scrivevo a luglio quando già erano state pubblicate le istruzioni operative ma alcuni aspetti dell’ operazione non erano ancora chiari.

Oggi il quadro risulta molto più delineato ma non per questo più rassicurante. In primo luogo, tutto è ancora in movimento e se da fine luglio -in teoria- i proprietari avrebbero già potuto dare corso ai lavori ed effettuare i primi pagamenti, dall’altra parte l’AdE non ha nemmeno chiarito in via definitiva cosa sia un condominio con il rischio che alcuni investimenti non vengano poi riconosciuti in sede di verifica.

Con crescente insistenza poi, si fa riferimento all’aspetto burocratico-formale ed alle responsabilità che discendono dalle asseverazioni con necessità di dotarsi di coperture assicurative ad hoc, in aggiunta rispetto a quelle che ormai tutelano tutti i tecnici. Non sarebbe così se l’accensione di contenziosi rappresentasse un’evenienza trascurabile: l’ Agenzia Entrate è ben cosciente di aver predisposto un meccanismo studiato ad arte per garantire una cospicua percentuale di pratiche che verranno contestate e ricusate. Chi risponderà in solido per le imperfette/infedeli asseverazioni? Ma i professionisti ovviamente, con le loro polizze!

D’altronde il proprietario poveretto, cosa ne può sapere? Ha conferito un incarico su base fiduciaria e in caso di esito negativo dell’operazione ha ragione di ritenere che se quel denaro non lo avrà dallo Stato, lo otterrà dal fallace consulente. In definitiva pensa di non rischiare niente.

Funziona proprio così? Forse non esattamente…

Se il proprietario ha optato per la cessione del credito ad una banca, l’istituto gli avrà fornito la somma necessaria per l’esecuzione dei lavori sotto forma di prefinaziamento, trattenendo per se quel famoso 10% in più al quale il cliente rinuncia volentieri (tanto mica sono soldi suoi). L’operazione però si chiude solo quando l’Agenzia Entrate avrà svolto tutte le attività di verifica e l’importo dell’ F24 corrispondente alla cessione del credito verrà liquidato alla banca. Quanto tempo ci vorrà per le verifiche? Non è ancora dato sapere quindi: tutto il tempo richiesto, durante il quale la banca continua a prefinaziare l’operazione dietro corresponsione di un interesse.

Se la cessione va a buon fine tutto si conclude lì. Ma nell’eventualità che il modello F24 venga scartato (è scritto proprio così) la banca non è più creditrice verso lo Stato bensì verso il cliente: a discrezione può concordare la trasformazione del prefinanziamento in un mutuo, oppure può esigere il rientro. In ogni caso il proprietario dovrà muoversi in fretta e svolgere tempestivamente azione di rivalsa nei confronti del professionista. All’atto pratico si avvierà un contenzioso civile nella quale verrà coinvolta la compagnia di assicurazioni del tecnico. Penserete mica che l’assicurazione, ricevuta la richiesta di risarcimento paghi così senza scomporsi? Ci sarà una causa, verranno svolte perizie, accertamenti, CTU, CTP, udienze, rinvii… Nel frattempo?

Nel frattempo per quanto ne so al signore che vagheggiava di fare i lavori gratis possono anche avergliela messa in vendita, la casa. Queste eventualità sono in pochi a presentarle al cliente; già perchè se lo spaventi quello scappa… e finisce dritto dal gatto e la volpe che lo rassicurano. Ma nooo; la cosa non è così complicata; poi loro hanno esperienza.

Io mi sono fatto il sisma in Friuli, un poco di Irpinia, i contributi CEE, FSE, FAS, Euroleader. Rendiconto ogni anno qualche centinaio di migliaia di euro, ho avuto a che fare con gli ispettori del Fondo di Sviluppo Europeo… Lasciate fare: questo bonus puzza di rogne lontano chilometri e non intendo proprio occuparmene, per il bene mio e di chi si avvale della mia consulenza.

Le banche hanno capito benissimo la portata dell’operazione. Loro sono quelle che non ci rimettono in nessun caso. Ma per tutelarsi hanno iniziato a condizionare il finanziamento al fatto che il cliente si avvalga di una società di servizi indicata da loro per lo svolgimento di tutte le pratiche. Anche se questo significa perdere alcuni clienti, valutata la cosa il criterio mi sembra corretto: Se i professionisti indicati dall’istituto non portano a buon fine la pratica, se la vedono con la banca.

Comunque in quella che ormai è diventata una specie di orgia alla quale in tanti vorrebbero partecipare se ne stanno vedendo di ogni colore: ditte che propongono la cessione del credito che in realtà è un finanziamento “salvo buon fine” gestito da una finanziaria alla quale il cliente è stato tecnicamente venduto; studi improvvisati all’interno dei quali operano più avvocati che tecnici e poi General Contractors.

Fino all’anno scorso questa figura si occupava della realizzazione di roba tipo la diga di Abu Simbel (incluso lo spostamento delle statue ciclopiche), invece adesso eccoli apparire per l’applicazione del cappotto di un condominio e proprietari, per i quali finora l’intervento edilizio più impegnativo era stato la firma del rogito sono lì a discettare di General Contractors come se non avessero fatto altro in vita loro. Allucinante e penoso, perché questa gente finirà fatalmente infiocchettata prima di Pasqua 2022 e si meraviglierà come il condannato dell’impiccagione imprevedibile.

Insomma: la percezione è che l’ultimo problema per importanza sia l’efficientamento energetico e che ci sia in giro tanta improvvisazione. Complice la crisi, chi non ha molto lavoro accetta il rischio. Auguro a lui e ai suoi clienti che tutto vada per il meglio. Io, a occhio credo che mi occuperò d’altro.

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Paolo Querini

Professionista ed Amministratore carnico, autonomista di formazione marxista. Cerco di essere utile ai miei simili perché (di solito) mi stanno simpatici